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Mar 14, 2017 Marco Schiaffino Attacchi, Malware, News, RSS 0
Botta e risposta: durante lo scorso weekend la battaglia tra esperti di sicurezza e cyber-criminali ha abbandonato la dimensione di un “confronto a distanza” trasformandosi in uno scontro diretto e terribilmente ravvicinato.
Protagonisti della vicenda sono un gruppo di pirati informatici e Michael Gillespie, un ricercatore che dedica i suoi sforzi a scardinare i sistemi di crittografia usati dai cyber-criminali per i loro attacchi ransomware.
Gillespie, molto probabilmente, rientra nella categoria di ricercatori che i pirati informatici detestano maggiormente. Il suo sito ID Ransomware, infatti, mette a disposizione un sistema per identificare i ransomware e degli strumenti gratuiti che permettono alle vittime di alcuni di essi di decifrare i file presi “in ostaggio” dai malware senza pagare il riscatto.
La scorsa settimana, Gillespie e soci hanno arricchito il loro medagliere con una nuova “vittima”: il ransomware Enjey, comparso qualche giorno fa e diffusosi velocemente su Internet.
Si tratta di un classico crypto-ransomware, che una volta installato sul computer infetto avvia la codifica di tutti i file presenti sul disco fisso, con l’eccezione di alcune cartelle:
-Program Files (x86)
-$Recycle.Bin
-Windows
-Boot
-System Volum Information
Il ransomware utilizza un sistema di crittografia piuttosto semplice, basato su AES-256 e modifica l’estensione dei file crittografati con “nome_file.contact_here_me@india.com.enjey”. Un identificativo della macchina infetta, insieme alla chiave che permette di decodificare i file, viene inviato ai server Command and Control gestiti dagli autori del malware.
La richiesta di riscatto viene memorizzata sul disco fisso del computer infetto sotto forma di un semplice file TXT.
***foto***La richiesta di riscatto viene memorizzata sul disco fisso del computer infetto sotto forma di un semplice file TXT.
Enjey, infine, memorizza sul disco la richiesta di riscatto che permetterebbe alla vittima di ottenere la chiave crittografica. La transazione, come al solito, avviene in Bitcoin.
La notizia che su ID Ransomware fosse disponibile un tool gratuito per la decrittazione dei file, evidentemente, non ha fatto molto piacere agli autori del malware, che hanno deciso di vendicarsi.
Alle 20:00 di domenica scorsa, il sito ID Ransomware è stato preso di mira da un attacco DDoS, che ha raggiunto il suo apice a mezzanotte ed è proseguito fino alle 9 del mattino di lunedì, quando il sito ha ceduto ed è andato offline per qualche ora.
A rivendicare l’attacco è stato proprio l’autore di Enjey, che in uno scambio di messaggi con i giornalisti di Bleeping Computer, avrebbe fornito come prova il testo dello script usato per l’attacco.
Ora ID Ransomware è tornato online. Per quanto riguarda Enjey, invece, è lecito supporre che sia ormai relegato alla categoria “malware inoffensivo”.
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