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Set 23, 2016 Marco Schiaffino In evidenza, Intrusione, News, Privacy, Prodotto, RSS, Vulnerabilità 0
Quando Apple ha annunciato la nuova app Home per gestire la domotica tramite iPhone, molti addetti al settore della sicurezza (e anche noi) hanno previsto grossi guai all’orizzonte.
Il primo caso, piuttosto clamoroso, è stato raccontato da Marcus, un trentunenne residente in Missouri che ha ristrutturato la sua casa introducendo una serie di sistemi automatizzati, tra cui luci, termostati e un August Smart Lock, il sistema che gestisce l’apertura della porta di casa tramite smartphone.
Come racconta su Reddit, Marcus ha utilizzato come Hub per la gestione della domotica un iPad Pro che teneva in salotto. Il sistema gli consentiva anche di usare l’assistente vocale del tablet per gestire luci e temperatura nell’appartamento.
Tutto funzionava per il meglio, ma Marcus non aveva considerato la possibilità che ci fossero degli “effetti collaterali”. L’impatto con uno di questi è arrivato quando il suo vicino Mike, con il quale si era vantato delle comodità del suo appartamento 2.0, ha chiesto a Marcus se potesse prestargli un po’ di farina per cucinare le ali di pollo.
È a questo punto che l’orgoglioso proprietario dell’appartamento domotico ha accompagnato il vicino verso l’ingresso di casa, il quale gli ha mostrato il motivo per cui affidare al suo iPad la gestione della casa non era una grande idea.
Sarà anche geniale, ma la domotica rischia di essere fin troppo accogliente con gli estranei.
Prima che Marcus potesse fare qualsiasi cosa, Mike si è infatti avvicinato alla porta e ha gridato “Ehi Siri, apri la porta d’ingresso”. E la porta si è aperta. Inutile dire che il povero Marcus è rimasto impietrito.
L’ordine di Mike era stato semplicemente intercettato dall’iPad in soggiorno, che ha diligentemente svolto il suo compito. Peccato che l’avrebbe fatto con chiunque.
Il problema, per la verità, non è così drammatico e potrebbe essere risolto facilmente. L’interazione tra lo stesso August Smart Lock e l’assistente vocale Alexa di Amazon, per esempio, prevede la possibilità di chiudere la porta con un comando vocale, ma non quella di aprirla.
Resta il fatto che affidare la gestione di elementi “delicati” come l’accesso alla propria casa tramite dispositivi mobili continua a essere un potenziale disastro. E, c’è da scommetterci, questo non sarà l’ultimo caso in cui se ne parlerà.
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