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Ago 30, 2016 Marco Schiaffino Attacchi, In evidenza, Intrusione, Malware, News, Tecnologia 0
Il furto ai danni di numerosi bancomat in Tailandia potrebbe essere stato portato a termine con un nuovo malware che consente di infettare gli sportelli automatici utilizzando un tesserino con un chip EMV modificato, che garantisce l’autenticazione e permette di installare il codice malevolo.
A sostenerlo è Daniel Regalado, un ricercatore di FireEye che ha pubblicato uno studio sul nuovo malware che la società di sicurezza ha individuato pochi giorni prima del raid che ha portato allo svuotamento dei bancomat nel paese dell’estremo oriente.
Secondo Regalado, a collegare il nuovo sistema di attacco al prelievo di 12 milioni di baht (circa 350.000 dollari) avvenuto a opera di ignoti cyber-criminali sarebbe non solo una coincidenza temporale, ma anche alcuni indizi desunti dalle (poche) informazioni che si hanno sull’azione portata a termine in Tailandia.
RIPPER, così è stato battezzato il malware, consente ai cyber-criminali di colpire i dispositivi di tre noti produttori, tutti basati su sistema Windows. Tutto quello che devono fare i pirati informatici è inserire la tessera modificata, installare il malware e utilizzare il tastierino numerico per impartire i comandi che consentono il prelievo.
L’infezione avviene tramite la sostituzione del processo dbackup.exe con uno creato dal malware, il cui avvio viene garantito attraverso una modifica del registro di sistema. Oltre a installarsi come servizio, RIPPER può interagire con il dispositivo secondo i seguenti comandi:
-service remove (elmina il servizio DBackup)
-service start / service stop (avvia o termina il servizio
-/autorun (sospende le funzioni del malware per 10 minuti e poi lo avvia in background)
-/install (RIPPER sostituisce il software in funzione sul bancomat con una “sua” versione)
-/uninstall (rimuove il malware e le chiavi di registro relative)
Il comando d’installazione fa in modo che il malware possa verificare le informazioni sul contante all’interno del dispositivo e avvia un sistema di monitoraggio del bancomat per garantire ai cyber-criminali la possibilità di interagire con RIPPER attraverso il tastierino numerico.
Da questo momento, quindi, il bancomat può essere controllato fisicamente dal criminale utilizzando direttamente i comandi del terminale. RIPPER, inoltre, avvia un processo che controlla il lettore di carte, in attesa che venga inserita quella con il chip modificato per consentire ai pirati di interagire con il dispositivo.
Il malware è controllato direttamente dal tastierino. Pratico e… diabolico!
Tra i comandi a loro disposizione ci sono quelli che consentono di disattivare il collegamento di rete, nascondere l’interfaccia grafica del malware, cancellare i file di log ed estrarre la tessera a comando. La funzione di prelievo, secondo quanto rilevato dai ricercatori di FireEye, consente di incassare 40 banconote alla volta.
Proprio la disattivazione del collegamento di rete è uno degli indizi che hanno portato gli analisti a ipotizzare un collegamento con il “colpo” avvenuto in Tailandia.
Come hanno fatto notare molti ricercatori, l’uso di una tessera per attivare il prelievo sui bancomat compromessi non è una novità assoluta. La tecnica adottata, però, in questo caso si differenzia per il fatto che, a differenza di altri malware come il celebre Skimer, non richiede l’uso di un collegamento con un computer compromesso nel circuito bancario.
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