Aggiornamenti recenti Marzo 28th, 2024 9:00 AM
Nov 07, 2017 Marco Schiaffino News, Vulnerabilità 0
Sempre più sfruttata, sempre più abusata. La tecnologia cloud, che negli ultimi anni ha conquistato un ruolo di primo piano nelle architetture informatiche, sta mostrando in questi mesi il suo “lato oscuro”.
L’ultimo allarme arriva da Sekhar Sarukkai di Skyhigh Networks, che ha condotto una ricerca sui Bucket S3 di Amazon (dispositivi di storage su cloud utilizzati da grandi società – ndr) individuandone un gran numero che sarebbero esposti ad attacchi dalle conseguenze devastanti.
Come spiega il ricercatore, il problema non è legato al livello di sicurezza fornito da Amazon, ma da una certa sciatteria nell’impostazione delle funzioni da parte degli utilizzatori, che sottovalutano il rischio di un accesso esterno ai Bucket.
Fin qui non si tratta di una grande novità: nella cronaca recente gli esempi di server configurati in maniera errata che hanno consentito l’accesso a dati (anche sensibili) si sprecano, partendo dal caso di Warner per arrivare al più recente episodio legato al software usato per le “voting machine” nel referendum consultivo tenuto dalla Regione Lombardia lo scorso 22 ottobre.
Nel caso specifico, però, Sarukkai ha ipotizzato una tecnica di attacco (battezzata con il nome di GhostWriter) che prende di mira i Bucket che, oltre a essere esposti in lettura all’esterno, lo sono anche in scrittura.
Stando a quanto scrive nel suo report, su un campione di 1.600 Bucket, Sarukkai avrebbe accertato che il 4% consentirebbe la scrittura in remoto da parte di un utente senza autenticazione.
Il caso che porta come esempio è quello dei server utilizzati per la fornitura di contenuti e che sono utilizzati da più società (per esempio i siti di news e le società che gestiscono la pubblicità) attraverso le loro reti.
Gli errori nella configurazione consentirebbero un attacco “Man in the Middle” che permetterebbe, ad esempio, l’intercettazione e il reindirizzamento del traffico, ma non solo.
La possibilità che qualcuno possa sovrascrivere i dati conservati sul Bucket apre a qualsiasi tipo di scenario, tra cui la sostituzione di un JavaScript legittimo con uno malevolo in grado di diffondere malware o sfruttare i computer dei visitatori per generare cripto-valute.
La soluzione? È tutto sommato semplice: spendere qualche energia in più per definire policy (e impostazioni) che non consentano l’accesso esterno in scrittura ai dati. Purtroppo l’esperienza insegna che l’interiorizzazione di queste buone pratiche non avviene mai in tempi brevi. Nel frattempo, aspettiamoci di sentir parlare di attacchi GhostWriter nel prossimo futuro.
Mar 27, 2024 0
Mar 21, 2024 0
Mar 12, 2024 0
Feb 02, 2024 0
Mar 28, 2024 0
Mar 26, 2024 0
Mar 25, 2024 0
Mar 25, 2024 0
Mar 28, 2024 0
Stando al Rapporto Annuale sulle Minacce Informatiche di...Mar 27, 2024 0
La sanità viene presa di mira dagli infostealer: a dirlo...Mar 22, 2024 0
Nel 2024 i deepfake saranno una delle applicazioni di...Mar 21, 2024 0
Acronis annuncia l’ottenimento della qualificazione...Mar 19, 2024 0
Il numero di computer di Operation Technology (OT) è in...Mag 04, 2018 0
E se vi dicessimo che la saga di Star Wars ...Nov 14, 2016 2
Abbiamo rubato al blog di Kaspersky un vecchio pezzo di...Nov 08, 2016 2
Il numero uno degli scacchi mondiali Magnus Carlsen ha...Ott 28, 2016 0
Il pirata informatico che ha creato il ransomware cerca...Ott 11, 2016 0
Dopo la raffica di figuracce, l’azienda sospende per...Mar 28, 2024 0
Stando al Rapporto Annuale sulle Minacce Informatiche di...Mar 26, 2024 0
Un gruppo di ricercatori ha individuato un grosso problema...Mar 25, 2024 0
La scorsa settimana ha rappresentato una sfida...Mar 25, 2024 0
Il 22 marzo si è concluso il Pwn2Own, l’hackathon...Mar 22, 2024 0
Nel 2024 i deepfake saranno una delle applicazioni di...