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Dic 17, 2018 Marco Schiaffino News, RSS, Scenario, Tecnologia, Vulnerabilità 0
Miliardi di persone preoccupate dal cambiamento climatico provocato dall’abuso di sostanze fossili ripongono le loro speranze, tra le altre cose, nella diffusione dell’auto elettrica.
Una rivoluzione che potrebbe cambiare radicalmente il nostro mondo ma che, come ci ripetono instancabilmente gli esperti di mobilità, non richiede solo lo sviluppo di veicoli più efficienti ed economici, ma anche un’infrastruttura di stazioni di rifornimento che permetta di alimentare le nuove auto elettriche.
L’entusiasmo per portare a termine questo importantissimo compito, unito al desiderio di fare tutto con la prospettiva più “smart” possibile, rischia però di giocare qualche brutto scherzo. Prima di tutto sotto il profilo della sicurezza informatica.
A lanciare l’allarme sui possibili rischi è un rapporto di Kaspersky Lab che in uno studio di 30 pagine mette a nudo tutte le debolezze di questi dispositivi.
I ricercatori della società di sicurezza russa hanno concentrato la loro attenzione su due tipologie di stazioni di rifornimento: quelle “pubbliche” e quelle private.
Entrambe sfruttano delle app per smartphone per accedere al servizio di ricarica e utilizzano un Web server che sfrutta CGI. Kaspersky, però, si è concentrata sui modelli privati e in particolare quelli prodotti da ChargePoint.
Ciò che è emerso è che sia l’applicazione, sia le CGI utilizzate per la gestione via Internet del dispositivo, presentano una serie di vulnerabilità che consentono di creare un account utente segreto e, in buona sostanza, prendere il controllo della stazione di ricarica.
Secondo i ricercatori, un hacker potrebbe manipolare il sistema di funzionamento della stazione di ricarica per accenderla e spegnerla a suo piacimento, interferendo anche con il sistema elettrico dell’abitazione.
Ancora peggio, in determinate condizioni potrebbe modificare le impostazioni del sistema che eroga la corrente, arrivando in alcune condizioni a creare le premesse per provocare un incendio.
Tutte le vulnerabilità sono state segnalate al produttore che ha rilasciato gli aggiornamenti che le risolvono. A colpire, però, è il (disarmante) commento dei ricercatori Kaspersky sull’origine delle falle di sicurezza.
“Quello che bisogna chiedersi è perché implementare un’interfaccia wireless quando non ce n’è nessun bisogno” chiosano gli esperti. “I benefici, infatti, sono di gran lunga superati dai rischi di sicurezza”. Come dargli torto?
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