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Nov 09, 2018 Marco Schiaffino In evidenza, Malware, News, RSS, Scenario 0
Se nel settore computer i pirati si concentrano su Windows, in quello degli smartphone la vittima preferita è senza dubbio Android. E non solo perché il sistema operativo targato Google ha il record di installazioni sul pianeta.
A rendere particolarmente appetibile Android per i cyber-criminali sono anche le caratteristiche del sistema operativo, con market differenziati (oltre che poco controllati, a partire da quello ufficiale) e un sistema di aggiornamenti a “geometrie variabili” che lascia spesso scoperti gli utenti nei confronti delle nuove vulnerabilità.
L’iperattività dei pirati informatici ci mette il resto. Secondo G Data, che in un report ha messo in fila i dati del terzo trimestre 2018, solo nei 90 giorni di riferimento sono comparse 3,2 milioni di nuove applicazioni dannose per Android (12.000 al giorno) che minacciano la sicurezza degli utenti.
Curiosamente, al report di G Data corrisponde un comunicato di Google emesso quasi in contemporanea che tratta proprio dell’argomento sicurezza. Mettendo insieme i dati, il panorama che ne esce non è per niente tranquillizzante.
Google, nella sua pubblicazione, sottolinea una tendenza che darebbe qualche speranza,. Secondo l’azienda di Mountain View, infatti, la diffusione delle PHA (Potentially Harmful Applications, o Applicazioni Potenzialmente Dannose) sarebbe in calo.
Il dato riguarderebbe sia chi usa solo Google Play (0,09% di dispositivi che hanno installato una PHA nel 2017 contro uno 0,08% nei primi9 mesi del 2018) sia chi usa anche gli altri market (0,82% nel 2017 e 0,68% negli ultimi 9 mesi).
Miglioramento? Certo. Se però trasformiamo le percentuali in numero di dispositivi, i numeri sono un po’ meno rassicuranti. Secondo Google, nel mondo ci sono 2 miliardi di device con sistema Android. Quando parliamo dello 0,09%, quindi, stiamo parlando di poco meno di 2 milioni di dispositivi su cui è stato installato un malware.
Lo 0,68% di chi installa da fonti diverse da Google Play corrisponde invece a 13,6 milioni di dispositivi. Se vogliamo considerarlo un buon risultato…
Quando poi si guarda all’incidenza delle PHA in base al sistema operativo, Google sottolinea che le nuove versioni di Android sarebbero meno soggette ad attacchi.
La dimostrazione? Gli stessi dati (percentuale di dispositivi che hanno installato una PHA) in base al sistema operativo parlano così: Kitkat (4.x) 0,56%; Lollipop (5.x) 0,66%; Marshmallow (6.x) 0,51%; Nougat (7.x) 0,25%; Oreo (8.x) 0,14%; Pie (9.x) 0,06%.
Peccato che se si guarda alla diffusione delle versioni (dati del 26 ottobre) si scopre che la metà dei dispositivi utilizza sistemi precedenti a Nougat e che il nuovo Pie è praticamente inesistente (nei grafici non compare nemmeno).
Insomma, è indubitabile che qualche passo avanti ci sia, ma prima di urlare a “un sistema più sicuro” forse bisognerebbe aspettare un po’.
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