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Ago 28, 2016 Marco Schiaffino Approfondimenti, Scenario, Vulnerabilità 0
Lavorano per garantire le comunicazioni a livello globale e, sotto il profilo della sicurezza, rischiano di trovarsi tra l’incudine e il martello. Stiamo parlando delle società di telecomunicazioni, che negli ultimi anni risentono sempre di più dell’attività di cyber-criminali e pirati informatici.
Gli operatori del settore, infatti, subiscono le conseguenze della crescita di attacchi informatici sotto due profili: da un lato perché buona parte delle attività malevole su Internet danneggiano la loro attività o colpiscono i loro clienti. Dall’altro perché finiscono per diventare esse stesse un bersaglio privilegiato.
Le statistiche lo confermano: nel 2015 il numero di incidenti legati alla sicurezza, nel settore delle telecomunicazioni, è aumentato del 45% rispetto all’anno precedente. Secondo il Data Breach Investigations Report redatto annualmente da Verizon, le società di telecomunicazione sono quelle più colpite dagli attacchi DoS.
Proprio questa forma di attacco, che viene troppo spesso archiviata come un “male minore” e facilmente contrastabile, rischia di diventare una vera emergenza. Stando ai dati riportati dalle società di sicurezza, infatti, gli attacchi DDoS stanno aumentando di frequenza e intensità.
Quello delle telecomunicazioni è di gran lunga il settore più colpito dagli attacchi DoS.
Le ragioni sono molteplici: dalla maggiore diffusione delle botnet all’utilizzo delle vulnerabilità IoT e alla compromissione degli smartphone che consentono di “reclutare” qualsiasi tipo di dispositivo nelle fila degli attaccanti. Il risultato è che questo tipo di attacco ha registrato durate (fino a 12 giorni) e intensità (5.51 Gpps) sempre maggiori.
Senza contare che, sempre più spesso, gli attacchi DoS sono funzionali a forme più insidiose di aggressione nei confronti dei sistemi TLC. Un caso esemplare è quello di Talk Talk.
Nell’ottobre del 2015 la compagnia britannica di telecomunicazioni ha subito un attacco DDoS che ha messo in crisi i suoi sistemi. Come è emerso in seguito, però, si trattava solo di una “cortina fumogena” che ha permesso ai pirati di violarne i sistemi.
L’intrusione nella rete di Talk Talk ha permesso ai (giovanissimi) cyber-criminali di sottrarre informazioni personali di oltre 1 milione di utenti, oltre ai dati delle carte di credito di altre migliaia di clienti della compagnia.
Non mancano, però, episodi in cui gli attacchi hanno caratteristiche più sofisticate e puntano a consentire ai cyber-criminali di infiltrare direttamente i sistemi di comunicazione gestiti dalle aziende.
Un rapporto di Kaspersky Lab cita in questo ambito la rete Regin, che aveva come obiettivo proprio quello di accedere ai sistemi di gestione delle comunicazioni GSM. Il caso di Regin è un fulgido esempio di APT (Advanced Persistent Threats) che si caratterizza per l’attenta pianificazione e un impiego di risorse ed energie fuori dall’ordinario.
La violazione di un sistema di telecomunicazione, d’altra parte, rappresenta un boccone prelibato per qualsiasi criminale informatico, che può garantirsi un accesso privilegiato alle comunicazioni su Internet e sfruttare questa posizione per portare ulteriori attacchi.
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