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Mag 24, 2021 Marco Schiaffino In evidenza, News, RSS, Scenario 0
Qualche passo avanti nella percezione dell’importanza degli aggiornamenti nella sicurezza informatica? Stando a una ricerca condotta da Kaspersky, sembrerebbe proprio di no.
Lo studio, che ha interessato 15.000 persone, è disponibile sul blog ufficiale della società di sicurezza e offre uno spaccato abbastanza esplicito del rapporto tra i lavoratori e gli aggiornamenti di software e sistemi operativi.
La vera sorpresa riguarda la consapevolezza dell’importanza degli aggiornamenti che, almeno indirettamente, viene confermata nel sondaggio di Kaspersky.
Un elemento interessante, in questo senso, riguarda la dimensione “familiare” nella gestione degli aggiornamenti sui dispositivi utilizzati dai congiunti. Il 62% degli intervistati (stiamo parlando di persone in età lavorativa) ha confermato di farsi carico del compito di stimolare i parenti più anziani e i figli a eseguire gli aggiornamenti. Addirittura, il 35% dei partecipanti alla ricerca hanno affermato di avere avuto “discussioni” in merito.
Scorrendo gli altri dati registrati dagli autori della ricerca, però, si scopre che questo rigore è (per lo meno) parziale e che quando gli intervistati si trovano a gestire gli aggiornamenti dei loro dispositivi sono molto meno ligi alle “buone pratiche” di sicurezza.
Il 50% di loro, infatti, ammette di rimandare spesso l’installazione degli aggiornamenti. Qui, però, è necessario fare una distinzione riguardo la tipologia di dispositivo. Quando si parla di smartphone, infatti, alcune motivazioni hanno più senso di quanto ne abbiano per PC e computer portatili.
Tra le giustificazioni addotte per procrastinare l’installazione degli aggiornamenti, per esempio, i problemi di carica della batteria incidono per il 17% e la volontà di non “bloccare” il dispositivo per il tempo necessario all’aggiornamento per il 26%. Considerazioni che, se riferite a un telefono, hanno delle basi logiche piuttosto condivisibili.
Meno comprensibile è il ritardo negli aggiornamenti delle versioni dei sistemi operativi. Dalla ricerca, per esempio, emerge come il 22% degli intervistati utilizzi sul computer personale Windows 7, cioè un sistema operativo il cui supporto è cessato il 14 gennaio 2020.
Una nota di colore riguarda invece il fatto che una parte consistente dei lavoratori intervistati abbia ammesso che gli aggiornamenti incidono sulla partecipazione a riunioni o conference call. Il 29% ha affermato di essersi collegato in ritardo a causa degli aggiornamenti, mentre il 16% ha ammesso di aver usato l’applicazione degli update come scusa per giustificare un ritardo o addirittura saltare la riunione.
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