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Dic 15, 2025 Marina Londei Approfondimenti, In evidenza, Minacce, RSS, Scenario 0
Il 2025 sta giungendo al termine e nel mondo della cybersicurezza è tempo non solo di tirare le somme, ma anche di guardare al 2026 per prepararsi a una nuova evoluzione delle minacce. Elia Zaitsev, CTO di CrowdStrike, ha condiviso alcune previsioni di settore che evidenziano come l’IA sarà il perno attorno al quale dovranno ruotare le future strategie di cybersecurity, sia come alleata che come potenziale minaccia e punto d’accesso.
Secondo Zaitsev, gli esperti di sicurezza dovranno fare particolarmente attenzione alla prompt injection: “Gli avversari stanno incorporando istruzioni nascoste per bypassare le misure di sicurezza, dirottare gli agent, rubare dati e manipolare i modelli, trasformando il livello di interazione dell’intelligenza artificiale nella nuova superficie di attacco e facendo dei prompt un nuovo malware” ha spiegato.
A tal proposito, nel 2026 occorrerà prevedere delle capacità di AI Detection and Response: questi strumenti diventeranno essenziali per la cybersecurity come lo è già l’EDR, in modo che le aziende abbiano visibilità in tempo reale su prompt, risposte e azioni degli agenti di IA.

Zaitsev prevede anche che nel 2026 ci sarà un’evoluzione dai SOC legacy, semplici gestori di alert, a orchestratori dell’agentic SOC: un cambiamento che sarà necessario per contrastare i cyberattaccanti che incorporano l’IA nelle proprie campagne. Gli agenti di IA dovranno essere in grado di ragionare e individuare le azioni da intraprendere per tutto il ciclo di vita della sicurezza.
La diffusione degli agenti di IA richiederà inoltre una maggior attenzione nella gestione delle identità non umane: ogni agent infatti potrà operare negli ambienti con privilegi elevati e per questo ci sarà bisogno di garantire visibilità in tempo reale per tracciare ogni azione eseguita dall’agente. “Questa è l’era in cui sicurezza delle identità significa proteggere entità che non hanno un battito cardiaco” conclude Zaitsev.
Nell’analisi di Crowdstrike c’è spazio anche per la visione di Adam Meyers, SVP Counter Adversary Operations, il quale avverte di una potenziale esplosione di vulnerabilità zero-day guidate dall’IA. L’intelligenza artificiale non solo accelera e migliora la risposta dei SOC, ma può essere usata per trovare bug nel codice, analizzando i crash report e ottimizzando le metodologie di fuzzing.
I cyberattaccanti più esperti stanno già usando queste capacità dell’IA per individuare più facilmente e velocemente le vulnerabilità dei software, in modo da usarle come armi. “I difensori che avranno successo saranno quelli che utilizzeranno l’AI con la stessa velocità e precisione: rilevando, applicando patch e cercando proattivamente le vulnerabilità zero-day con la stessa rapidità con cui vengono identificate” sottolinea Meyers.
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