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Mar 10, 2022 Redazione news Gestione dati, News, RSS 0
La decisione di applicare la sanzione di 20 milioni di euro alla società americana Clearview AI è risultata da un procedimento lanciato a febbraio 2021, come riportato da Bleeping Computer, a seguito di segnalazioni su violazioni del GDPR (ossia il regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE).
L’indagine ha rivelato che la società, che gestisce un programma di riconoscimento facciale, ha un database di oltre 10 miliardi di immagini di volti di persone di tutto il mondo, inclusi degli italiani, estratte da fonti Web pubbliche come social media e video online.
Senza mai aver acquisito il consenso degli interessati o averli informati della raccolta dei loro dati biometrici, Clearview AI offriva ai suoi clienti un servizio di ricerca basato sull’intelligenza artificiale per associare i volti con identità e attività online. È anche emerso che la società possedeva dati di geolocalizzazione elaborati in violazione di principi del GDPR.
Come si può leggere nel sito, “Dall’istruttoria del Garante, attivata anche a seguito di reclami e segnalazioni, è emerso che Clearview AI, diversamente da quanto affermato dalla società, consente il tracciamento anche di cittadini italiani e di persone collocate in Italia.
Alla luce delle violazioni riscontrate, il Garante ha comminato a Clearview AI una sanzione amministrativa di 20 milioni di euro. L’Autorità ha, inoltre, ordinato alla società di cancellare i dati relativi a persone che si trovano in Italia e ne ha vietato l’ulteriore raccolta e trattamento attraverso il suo sistema di riconoscimento facciale.
Il Garante ha infine imposto a Clearview AI di designare un rappresentante nel territorio dell’Unione europea che funga da interlocutore, in aggiunta o in sostituzione del titolare del trattamento dei dati con sede negli Stati Uniti, al fine di agevolare l’esercizio dei diritti degli interessati”.
La difesa di Clearview è che i suoi test per la distribuzione del servizio nel mercato italiano si sono conclusi entro marzo 2020. Su segnalazione di altre autorità europee, l’azienda ha inoltre bloccato l’accesso di prova al suo software agli indirizzi IP europei.
Clearview AI ha inoltre cercato di fare una distinzione tra lo scraping di dati biometrici e il monitoraggio delle persone, sostenendo di non aver impiegato analisi del comportamento o tecniche di profilazione. Il Garante non ha però ritenuto valide queste obiezioni e ha condannato l’azienda alle azioni citate.
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