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Set 30, 2019 Marco Schiaffino In evidenza, News, RSS, Vulnerabilità 0
Brutta botta per milioni di proprietari di iPhone, che si ritrovano a dover fronteggiare una vulnerabilità che affligge i loro dispositivi e non può essere corretta in alcun modo.
La tecnica di jailbreak, cioè l’aggiramento del blocco per l’installazione di app che è alla base del sistema di sicurezza di iOS, è stata scoperta da un ricercatore che su Twitter si firma Axi0mX e che l’ha battezzata con il nome di Checkm8.
Il codice, pubblicato su GitHub, consente di fare leva su una falla di sicurezza nel Bootrom (secure boot ROM) nei chi dall’A5 all’A11. In altre parole, in tutti i dispositivi mobili Apple prodotti tra il 2011 e il 2018. Tra questi gli iPhone dal modello 4S fino all’iPhone 8 e X.
A differenza di altre tecniche di jailbreak, Checkm8 non fa leva su componenti software di iOS, ma direttamente su un elemento come il Bootrom che è accessibile solo in lettura e, di conseguenza, non può essere modificato in alcun modo. Tradotto: per Apple è impossibile distribuire un aggiornamento che corregga la vulnerabilità.
EPIC JAILBREAK: Introducing checkm8 (read “checkmate”), a permanent unpatchable bootrom exploit for hundreds of millions of iOS devices.
Most generations of iPhones and iPads are vulnerable: from iPhone 4S (A5 chip) to iPhone 8 and iPhone X (A11 chip). https://t.co/dQJtXb78sG
— axi0mX (@axi0mX) September 27, 2019
Il rischio legato a Checkm8 non è tanto quello che venga sfruttato dagli utenti per “liberare” gli iPhone dai vincoli legati ai sistemi di sicurezza di Apple allo scopo, per esempio, di installare app piratate. Piuttosto le preoccupazioni sono legate all’ipotesi che venga sfruttato per portare attacchi ai dispositivi.
Per fortuna ci sono numerosi elementi che contribuiscono a ridimensionare il pericolo. Primo tra tutti il fatto che il codice rilasciato da Axi0mX è una versione “beta”, piuttosto grezza e difficile da utilizzare se non si hanno competenze di programmazione.
In secondo luogo, il jailbreak richiederebbe l’accesso fisico al dispositivo. Caratteristica, questa, che impedisce il suo utilizzo per attacchi in remoto. Infine, l’accesso con privilegi di root non avrebbe persistenza e si “esaurirebbe” al riavvio del sistema.
Insomma: l’unico scenario in cui potrebbe consentire un attacco con malware è quello in cui il pirata informatico potesse mettere le mani sull’iPhone e utilizzare Checkm8 per installare il software malevolo. Questo, naturalmente, salvo eventuali (e clamorose) evoluzioni che dovessero rendere l’exploit più efficace.
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