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Gen 11, 2018 Marco Schiaffino Malware, News, RSS 1
Si chiama Phillip Durachinsky e, stando ai 16 capi d’accusa mossi contro di lui dalla procura degli Stati Uniti, sarebbe uno dei pirati informatici più longevi in circolazione.
Durachinsky è infatti accusato di aver creato un malware che avrebbe utilizzato negli ultimi 13 anni per rubare informazioni a migliaia utenti macOS e Windows finiti vittima dei suoi attacchi.
Fruitfly (questo il nome del malware) sarebbe un classico trojan multi-piattaforma, che una volta installato avrebbe consentito al suo autore di accedere alle informazioni memorizzate sul computer, registrare tutto ciò che veniva digitato sulla tastiera e rubare le informazioni scaricate tramite browser.
Non solo: il cyber-criminale avrebbe utilizzato la webcam e il microfono dei computer compromessi per spiare le sue vittime e registrare milioni di immagini, soprattutto dei siti Internet a tema pornografico visitati dalle vittime mentre i loro computer erano sotto il suo controllo.
Le accuse riportate nei documenti ufficiali parlano di migliaia di computer infettati nel corso di una “carriera” lunghissima: i primi fatti risalirebbero infatti al 2003, quando l’accusato aveva 13 anni. Nel corso delle sue scorribande informatiche, Durachinsky avrebbe anche compromesso i sistemi di una stazione di polizia e di un ente governativo legato al settore energetico.

Il “moscerino della frutta” ha attirato l’attenzione di numerosi ricercatori. SI tratta infatti di un trojan in grado di colpire sia Windows che macOS. Qualcosa di non troppo comune nel panorama dei malware.
Il processo a cui è sottoposto Durachinsky potrebbe mettere fine anche alle speculazioni riguardanti l’origine di Fruitfly. In passato, infatti, il malware è stato al centro di una disputa tra i ricercatori, che hanno anche avanzato l’ipotesi che si trattasse di uno strumento messo a punto da un qualche servizio segreto.
Il malware, infatti, sotto il profilo tecnico è un curioso mix composto da porzioni di codice ben conosciute (o addirittura vecchiotte) e altre assolutamente originali. Insomma: qualcosa di molto diverso dai malware “standardizzati” usati dalla maggior parte dei comuni cyber-criminali.
Se le accuse dovessero essere confermate, tutte le speculazioni su collegamenti con governi e servizi di spionaggio risulterebbero per lo meno esagerate.
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