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Gen 02, 2017 Marco Schiaffino Malware, Minacce, News, RSS, Trojan 0
La scelta di Nintendo di pubblicare in un primo tempo il suo nuovo Super Mario Run solo per dispositivi iOS si è trasformato in un involontario assist ai pirati informatici.
Molti appassionati di videogiochi, infatti, corrono il rischio di cedere alla tentazione di ottenere la versione Android attraverso canali “alternativi” che li espongono a un attacco da parte di malware e app dannose.
Il fenomeno, individuato dai ricercatori Trend Micro già due settimane fa, rischia di assumere dimensioni ancora maggiori adesso che la versione per Android è stata annunciata ed è effettivamente in arrivo.
In circolazione, infatti, ci sono circa 9.000 app che utilizzano il nome “Super Mario” ma che non hanno nulla a che fare con il videogioco Nintendo.
Si tratta, per lo più, di app che non possono essere definite come veri e propri malware, ma che integrano funzioni a pagamento e visualizzano pop-up e banner pubblicitari particolarmente invadenti.

Perché mai un videogioco dovrebbe inviare SMS?
Stando alle rilevazioni della società di sicurezza, il fenomeno è esploso nel sud-est asiatico e in India, ma si starebbe diffondendo anche in altre zone geografiche.
Le app in questione, nella migliore delle ipotesi, visualizzano pubblicità indesiderate. Nella peggiore, richiedono per la loro installazione modifiche alle impostazioni di sicurezza che aprono la strada ai pirati informatici.
Una di queste utilizza una tecnica particolarmente subdola: installa infatti un emulatore del videogioco originale Super Mario, che può essere effettivamente usato.

L’app installa effettivamente una vecchia edizione di Super Mario, ma non è l’unica funzione attiva.
Dietro le quinte, però, l’app si garantisce una straordinaria libertà d’azione, avviando per esempio l’installazione di altre applicazioni indesiderate sul dispositivo della vittima.
Come al solito, il consiglio per gli utenti Android è quello di prestare attenzione ogni volta che si installano applicazioni scaricate da store di terze parti, soprattutto per quanto riguarda i permessi richiesti al momento dell’installazione.
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