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Ott 26, 2016 Marco Schiaffino In evidenza, News, RSS, Vulnerabilità 0
A pochi giorni dalla scoperta dell’esistenza di Dirty Cow, il bug che consente di ottenere privilegi di root sui sistemi Linux, i ricercatori hanno trovato il modo di “trasportare” l’attacco sui sistemi Android.
La notizia, per la verità, non stupisce più di tanto: il bug è presente nel kernel di Linux da quasi 10 anni e il sistema operativo mobile sviluppato da Google si basa, per l’appunto, proprio sull’OS Open Source. Normale, quindi, che condivida una falla presente al momento dello sviluppo.
Le implicazioni della vulnerabilità dei sistemi Android, però, sono diverse rispetto a quelle legate a Linux. Se nel caso del sistema operativo per PC Dirty Cow rappresenta al massimo uno strumento per hacker e pirati informatici, nel caso di Android potrebbe diventare uno strumento apprezzato da chi vuole eseguire il root del dispositivo.
Una cosa è certa: su Internet stanno comparendo numerosi strumenti per eseguire il root di Android utilizzando la tecnica che sfrutta Dirty Cow ed è probabile che molti utenti lo utilizzeranno per superare le limitazioni imposte da alcuni produttori nell’uso dei terminali.
Tanto più che l’exploit, come dimostra un video pubblicato da uno dei ricercatori che lo hanno “adattato”, sembra essere rapidissimo ed efficace. Stando ai primi feedback, funzionerebbe inoltre su tutti i dispositivi.
Il rovescio della medaglia, naturalmente, è che l’exploit rappresenta un formidabile strumento di attacco per i pirati informatici, che possono usarlo per installare app malevole aggirando i sistemi di sicurezza del sistema operativo.
Se si considera poi che Dirty Cow per Android arriva più o meno in contemporanea con un’altra tecnica di rooting insidiosa come Drammer, c’è da scommettere che gli sviluppatori di Google nelle prossime settimane avranno il loro bel da fare per ripristinare i livelli di sicurezza di Android.
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