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Giu 13, 2016 Marco Schiaffino News, Privacy, Scenario 0
L’avvento dell’Internet of Things (IoT) è guardato con interesse da produttori e appassionati di tecnologia, ma con una certa preoccupazione da parte degli esperti di sicurezza.
L’aumento esponenziale di dispositivi connessi alla rete, infatti, fornisce maggiori opportunità e strumenti per portare cyber-attacchi.
Tanto più che, nella logica di un hacker, il punto debole della catena è sempre il dispositivo più “stupido”. Wereables ed elettrodomestici, sotto questo punto di vista, sono i candidati ideali per diventare il bersaglio di un attacco.
I cyber-criminali si stanno già attrezzando, ma non sono gli unici. Anche le forze di polizia e (soprattutto) i servizi segreti si stanno portando avanti per essere pronti a sfruttare tutte le opportunità offerte dal nuovo scenario.
L’Internet of Things sarà una manna per i servizi di intelligence. Parola dell’NSA
A confermarlo è stato il vice-direttore dell’NSA Richard Ledgett nel corso di una conferenza che si è tenuta venerdì scorso a Washington.
Stando a quanto dichiarato da Ledgett, la National Security Agency considera quella dell’IoT come una “nicchia”, o per dirla con le sue stesse parole “uno strumento nella nostra cassetta degli attrezzi”.
Come ci ha insegnato Edward Snowden, quando c’è da sfruttare una nuova opportunità NSA e soci non si tirano mai indietro.
Una brutta notizia per gli esperti di sicurezza visto che, in passato, il desiderio delle agenzie governative di garantirsi strumenti di sorveglianza sfruttando le vulnerabilità della rete si sono spesso tradotti in sforzi per indebolire i sistemi di sicurezza, rendendo di conseguenza la vita più facile ai cyber-criminali.
Quando a Ledgett è stato chiesto se l’avvento dell’Internet of Things rappresenterà un incubo in termini di sicurezza o una manna per i servizi di intelligence, la sua risposta è stata netta: “entrambe le cose”.
Stando a quanto riportato da The Intercept, il vice-direttore dell’NSA non avrebbe escluso un approccio simile anche nei confronti dei dispositivi bio-medici (ad esempio i pacemaker) anche se avrebbe aggiunto che “esistono metodi più semplici per sorvegliare terroristi e agenti stranieri”.
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