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Set 07, 2017 Marco Schiaffino Malware, Minacce, News, Ransomware, RSS 0
Le prede più ambite per i pirati specializzati nella distribuzione di ransomware sono le aziende. Il motivo? Pagano di più e, visto il danno che gli può provocare il blocco dei sistemi, sono disposte più facilmente a cedere al ricatto dei cyber-criminali.
L’ennesima dimostrazione di questa tendenza arriva con la notizia di una campagna di distribuzione che sfrutta il ransomware SynAck, un classico crypto-ransomware comparso all’inizio di agosto.
SynAck, come molti dei suoi colleghi, prende in ostaggio i file che trova sulla macchina e chiede un riscatto il cui importo varia da caso a caso.
Gli autori del malware, infatti, non hanno predisposto un portale o un sistema automatico per il pagamento del riscatto, ma forniscono alla vittima un indirizzo email per prendere contatto con loro.
Si tratta di un comportamento piuttosto usuale nei casi in cui i pirati informatici prendono di mira le aziende e che gli lascia le mani libere nel decidere l’importo da estorcere in base al valore dei dati crittografati e della disponibilità economica della vittima.
A confermare questa vocazione è anche la tecnica di attacco scelta dai cyber-criminali per diffondere il ransomware. Stando a quanto riportano i ricercatori, infatti, SynAck non viene inviato come allegato email, ma viene installato “manualmente” su computer che vengono compromessi dagli stessi pirati.
La tattica è quella di prendere di mira i servizi di Remote Desktop che usano credenziali di accesso deboli, che gli hacker violano attraverso semplici tecniche di brute forcing.
Il consiglio per chi utilizza sistemi di questo genere, di conseguenza, è quello di adottare una policy per la gestione delle credenziali che preveda username e password complessi e non banali.
Bleeping Computer, che ha segnalato come il ransomware abbia registrato un picco di attività negli scorsi giorni, ha denunciato anche uno strano episodio avvenuto sul forum online dedicato a SynAck.
Secondo i colleghi della testata online, infatti, sarebbe comparso un messaggio che potrebbe provenire dall’autore del ransomware. I tentativi di contattarlo per verificare se si trattasse effettivamente di uno dei pirati responsabili della diffusione di SynAck, però, non hanno avuto successo.
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